Campagna internazionale work to rule / sciopero bianco
La rete Architectural Workers’ International, di cui ULLARC fa parte, promuove per il mese di maggio 2025 la campagna “Work to rule”, che in italiano abbiamo tradotto con “Sciopero bianco”. Lo sciopero bianco non prevede di astenersi dal lavoro, ma di lavorare il minimo. In Italia, la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori in studi e società di progettazione sono “falsi autonomi” ingaggiati come consulenti a partita IVA, ma parte di un’organizzazione che detta orari e scadenze. Sono numerose anche le persone che svolgono davvero la libera professione e faticano a chiudere l’anno, a limitare la marea montante di impegni, incombenze e reperibilità totale che oggi il lavoro (non solo in architettura) sembra richiedere. Esistono le condizioni ibride di chi affianca diverse carriere (collaborazione con studi, cantieri propri, insegnamento, incarichi pubblici ecc.), oltre ad occuparsi di cura e lavoro domestico. La deregolamentazione del lavoro autonomo e falso-autonomo è diventata un modello di riferimento anche per quello subordinato: da uffici pubblici ed aziende private provengono parimenti racconti di straordinari non pagati, salari inadeguati, carenza di personale, licenziamenti facili ecc.
L’ascolto di questo insieme di condizioni e di storie ci ha condotto quasi sempre a una constatazione: il lavoro dilaga. Il lavoro primeggia fra le nostre preoccupazioni, ci occupa la mente e le emozioni, si prende serate e weekend, erode le vacanze, si insinua nei rapporti personali e li mette sotto pressione. Più il costo della vita aumenta, più cerchiamo una soluzione nel lavoro totale: questo trascina verso il basso il valore del nostro lavoro, ci toglie tempo e libertà d’azione.
Una giornata senza tempo libero è come una stanza senza finestre: riprendiamoci il nostro tempo
Comunicato stampa della campagna Work to rule / Sciopero bianco
Il superlavoro ci ruba il tempo. Ci lascia isolati, depoliticizzati e preoccupati. Spreca i nostri talenti, prosciuga la nostra passione e restringe la qualità della nostra vita. “Siamo precari, oberati di lavoro e sottopagati. Siamo costretti a competere l’uno contro l’altro per bassi salari, tirocini illegali non retribuiti o lavoro freelance e temporaneo instabile. Soffriamo a causa di una cattiva gestione e di condizioni terribili. La convinzione errata che l’ideazione e la produzione creativa avvengano in qualche modo senza effettivo lavoro ha permesso la proliferazione di salari ingiusti e ha fatto sì che superlavoro, stress e burnout diventassero cronici all’interno del settore. Chiediamo un cambiamento culturale.” – adattato dal sito web di UVW-DCW
Per il mese di maggio 2025, le lavoratrici e i lavoratori dell’architettura e del design si impegnano a “riprendersi il loro tempo” rifiutandosi di accettare straordinari non retribuiti o di lavorare comunque oltre il numero minimo di ore specificato nei loro contratti di lavoro… se ne hanno uno. L’idea è semplice: le lavoratrici e i lavoratori dell’architettura e del design lasceranno il lavoro in orario, indipendentemente dalle scadenze dei progetti o da altre pressioni, per partecipare a manifestazioni, sessioni di apprendimento o organizzazione, socializzare, andare al cinema, trascorrere del tempo con la famiglia (o crearne una), o anche non fare nulla.
Che cos’è uno “sciopero bianco”?
Lo sciopero bianco non è né un vero e proprio sciopero né un’astensione dal lavoro. Tecnicamente, è un rallentamento delle attività in cui i lavoratori si accordano intenzionalmente per fare il minimo indispensabile. Con un’azione di “sciopero bianco / work to rule”, i lavoratori inviano un chiaro messaggio facendo esattamente ciò che è richiesto, ma nulla di più.
In altre parole, con lo “sciopero bianco/work to rule” le lavoratrici e i lavoratori si mettono d’accordo e dicono ‘basta’ al lavoro extra non pagato. Ti chiedono di arrivare 20 minuti prima per preparare tutto? Ora usi quelle mattine per il caffè, per pensare o per fare attivismo. Hai del lavoro da finire che di solito ti porti a casa? Smetti di farlo. Il tuo tempo ti appartiene: per rilassarti, per organizzare qualcosa, per fare cose che contano, o anche solo per non fare niente.
Tattica tipicamente utilizzata dalle lavoratrici e dai lavoratori sindacalizzati, lo sciopero bianco serve a rafforzare la solidarietà, a mettere in guardia la direzione e a formulare richieste, senza indire effettivamente uno sciopero. Lo sciopero bianco sfrutta la dipendenza dei datori di lavoro dalla cooperazione volontaria e dall’extrasforzo di lavoratrici e lavoratori. Ritirando tale cooperazione, le lavoratrici e i lavoratori possono raggiungere molti degli stessi obiettivi di uno sciopero, come dimostrare il proprio potere, ottenere concessioni o protestare contro le condizioni di lavoro, ma senza i rischi legali e finanziari associati a un’interruzione del lavoro.
Perché uno sciopero bianco e non uno sciopero vero e proprio?
La campagna “sciopero bianco/work to rule” ha preso avvio negli Stati Uniti, dove la sindacalizzazione è consentita solo all’interno dei singoli studi, e questo significa che lavoratori e lavoratrici di diversi studi e società non possono legalmente formare un sindacato unitario. Questa impostazione fu imposta dal legislatore per evitare che lavoratrici e lavoratori creassero una sorta di lobby, esercitando pressioni sui datori di lavoro e limitando la libera concorrenza. Tuttavia, sebbene la sindacalizzazione o l’indizione di scioperi o astensioni dal lavoro a livello settoriale siano vietate, suggerire ai colleghi di ‘lavorare attenendosi scrupolosamente alle regole’ del loro contratto non lo è.
Come la “flessibilità” danneggia le lavoratrici e i lavoratori
Molte lavoratrici e lavoratori non sindacalizzati operano senza un contratto. L’informalità può creare un ambiente di lavoro rilassato, ma la mancanza di una chiara comprensione dei propri obblighi nei confronti del datore di lavoro il più delle volte gioca a tuo svantaggio.
Senza contrattazione collettiva, i tuoi obblighi verso il tuo luogo di lavoro sono variabili. Ciò significa che stai, di fatto, negoziando i termini del tuo lavoro ogni volta che ti viene chiesto o si attende da te che tu vada “oltre”. O ogni volta che l’opportunità di “andare oltre” ti pone in vantaggio rispetto ai tuoi colleghi o agli occhi del tuo datore di lavoro.
Frammentare le lavoratrici e i lavoratori in questo modo favorisce i datori di lavoro.
Per le lavoratrici e i lavoratori sindacalizzati, non è così. Le regole sugli straordinari sono tipicamente stabilite e formalizzate nei contratti durante la contrattazione collettiva tra lavoratori e direzione. Questi stabiliscono il diritto del lavoratore di rifiutare gli straordinari senza ripercussioni e definiscono le linee guida per la retribuzione degli straordinari.
Anche le lavoratrici e i lavoratori stipendiati sono spinti a essere flessibili, a lavorare durante le pause o il pranzo, a trattenersi oltre l’orario di lavoro, o a rispondere alle email nei fine settimana. Possono essere indotti a farlo per dimostrarsi disponibili, per aiutare i colleghi e per superarli. Il ‘lavoro secondo le regole (work to rule)’ dimostra cosa succede quando smettiamo di offrire volontariamente il nostro tempo a scapito dei nostri colleghi. Dimostra ai datori di lavoro che non possono dare per scontata la nostra flessibilità e dedizione.
Le leggi sul lavoro di alcuni paesi vietano l’organizzazione “settoriale”. Negli Stati Uniti, ad esempio, la sindacalizzazione deve procedere esclusivamente su base aziendale. Ciò vieta l’organizzazione sindacale tra discipline professionali od ordinate, l’indizione di scioperi coordinati o persino scioperi “secondari” o di “solidarietà” in cui i lavoratori di un settore trattengono la propria forza lavoro a favore di un altro. La legge Taft-Hartley del 1947 stabilì che tale organizzazione era dannosa per il libero commercio in quanto forniva un ingiusto vantaggio di monopolio ai lavoratori nei confronti della proprietà.
L’azione di “sciopero bianco/work to rule” mira a superare questi limiti, creando nuove forme di solidarietà tra lavoratrici e lavoratori. Gli organizzatori la considerano una risposta indispensabile all’esigenza di nuove modalità di protesta adatte ai tempi moderni.
Quali sono gli scopi dell’iniziativa IAWTR?
- Per le lavoratrici e i lavoratori dell’architettura e del design, testare la nostra potenziale efficacia come forza lavoro organizzata. La minaccia di limitare il nostro lavoro può essere una leva? Qual è il potenziale per l’organizzazione del lavoro su scala internazionale?
- Per contrastare la cultura della competizione individuale negli ambienti di lavoro, promuovendo un senso di solidarietà;
- Per rendere visibile il volume di lavoro aggiuntivo che architette/i, designer e professioniste/i del design svolgono quotidianamente;
- Per mettere a confronto la qualità del lavoro e le condizioni di vita delle e dei professionisti dell’architettura a livello globale. Per stabilire canali di comunicazione tra le organizzazioni sindacali internazionali del settore architettonico.
- Per raccogliere dati utili alla stesura di un’indagine comparativa internazionale sulle condizioni dei lavoratori.
- Per esercitare il nostro diritto di associarci liberamente e per contestare le leggi sul lavoro che lo limitano ingiustamente.
Puoi agire con la massima discrezione o pubblicamente nel tuo ambiente lavorativo, a tua scelta, individualmente o in gruppo. Non è necessario che i partecipanti si espongano pubblicamente; anzi, il tuo datore di lavoro non deve essere informato della tua adesione. E’ fondamentale che i partecipanti pratichino la resistenza senza mettere a repentaglio il proprio benessere. L’iniziativa “sciopero bianco/work to rule” è principalmente una campagna di sensibilizzazione. Partecipa solo entro i tuoi limiti di comfort. Essere licenziato dal tuo lavoro non aiuta nessuno. Il tuo datore di lavoro potrebbe prendere misure ritorsive che, sebbene illegali, sono difficili da provare. In mancanza di organizzazioni collettive, i lavoratori hanno poche risorse legali o aiuti reciproci.
E’ legale? Partecipare può mettermi nei guai?
Un obiettivo di questa iniziativa è mettere a confronto le diverse restrizioni all’organizzazione sindacale per architetti e designer a livello globale. Si raccomanda ai partecipanti di informarsi sulle normative vigenti nel proprio paese, possibilmente con il supporto di un consulente legale. Gli studi e le aziende attuano regolarmente ritorsioni contro lavoratrici e lavoratori perché le conseguenze sono minime. Le ed i partecipanti sono invitati a usare il buon senso e a proteggersi.
Risposta per rivolta a lavoratrici e lavoratori italiani:
- se hai un contratto di assunzione a tempo indeterminato, attenerti al tuo orario e alle tue mansioni senza avallare continue richieste di extra-lavoro non ha nulla di illegale, anche se può esporti ad atteggiamenti ostili da parte del datore di lavoro e a tensione con colleghe e colleghi;
- se lavori come falsa o falso autonomo, il tuo datore di lavoro (tecnicamente il tuo “committente”) potrebbe tentare di contestare il non raggiungimento di un risultato o la mancata chiusura di un incarico utilizzando la leva del tuo inquadramento come libera/o professionista.
Risposta rivolta a lavoratrici e lavoratori statunitensi: legalmente, il ‘lavoro secondo le regole’ è protetto sia dalla legge statunitense che dalle linee guida dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), a condizione che non costituisca un tentativo di collusione per fissare i salari o di sindacalizzazione tra aziende. Negli Stati Uniti, le leggi sul lavoro proteggono la libertà dei lavoratori di formare associazioni. Le ritorsioni da parte dei datori di lavoro sono illegali.
Avviso legale: La campagna International Architects Work-to-Rule (IAWTR) non ha in alcun modo l’intenzione, né esplicita né implicita, di:
- Promuovere scioperi, astensioni dal lavoro o interruzioni dell’attività lavorativa di qualsiasi genere, sia all’interno che tra aziende private o pubbliche (architettura, design, ingegneria o altro).
- Essere utilizzata per la costituzione di sindacati, sia a livello nazionale, regionale o locale, che transnazionale.
- Essere impiegata per organizzare accordi illeciti tra lavoratori volti a fissare tariffe, prezzi o salari, tra diverse aziende, sia a livello nazionale, regionale o locale, che internazionale.
- La partecipazione individuale esonera gli organizzatori e le organizzazioni aderenti da ogni responsabilità.
Promotori dell’iniziativa:
Architectural Workers International (AWI), Netherlands Angry Architects (NAA!), The Architecture Lobby GND, TAL-Toronto, SINTARQ, Unione Lavoratrici e Lavoratori in Architettura (ULLARC), Future Architects Front (FAF), The Alternative Building Industry Collective (ABIC), Research and Innovation On architecture, urban design and Territory (RIOT) e altri